Bernardo Centanni, guardian grande della Scuola Grande del Carmine

La Scuola del Carmine nasce nel 1594 e fu riconosciuta dalla Repubblica ed autorizzata ad esistere solo nel 1597. Fu denominata  Scuola Grande nel 1767. Ma la sua nascita è più antica, e fu fondata da donne nel 13° secolo, da quattrocento dame che erano chiamate “pizzocchere” o le pinzocchere del Carmine. Erano le dame che confezionavano gli scapolari, che erano le vesti da lavoro dei monaci carmelitani.

La nostra Scuola, fin dall’inizio, ha sempre ammesso le donne. Poteva ammettere le donne visto che la Scuola era stata fondata da loro. La Scuola ha avuto delle vicende alterne. La sua sede era inizialmente dentro un locale della chiesa che i Carmelitani avevano concesso in uso. Non ha avuto subito la possibilità di costruirsi una sede. La sede è stata edificata nel 1638, una prima parte, e inaugurata anche nello stesso anno. La seconda parte risale al 1667, quando l’architetto Baldassarre Longhena completò le pareti esterne e fu costruita anche una parte aggiunta.

Anche la nostra Scuola subì la sorte delle altre nel 1806, infatti Napoleone Bonaparte la soppresse.

Ma la nostra Scuola non fu soppressa, rimase solo inattiva per alcuni mesi, perché poi venne nuovamente abilitata a svolgere la sua attività, purché si limitasse a svolgere soltanto l’attività religiosa, con la proibizione assoluta di fare assistenza pubblica, o di svolgere l’attività di beneficenza  che faceva in precedenza.

Quando arrivarono i Francesi anche la nostra Scuola fu depredata. Fortunatamente non furono asportate  le opere d’arte di pittura che erano quelle più importanti e che sono ancora sul soffitto e, come si vede, sono di grandi dimensioni. Però fu privata completamente del suo ricchissimo tesoro, composto di oreficeria e argenteria veneziana. Furono portate via 14 casse, si legge negli atti che abbiamo, quattordici casse piene di oggetti d’oro e d’argento. Per fortuna ci hanno lasciato la ricevuta, nella quale sono elencati con precisione tutti gli oggetti asportati. Cosa è stato fatto di questi oggetti preziosi? Gli oggetti furono portati a Milano, dove vennero tutti fusi per battere moneta, con la quale dovevano pagare i soldati e quanto serviva per la guerra.

La Scuola fin dalle origini è stata una Scuola di devozione, come è ancora adesso. La sua attività principale consiste nel diffondere il culto della Vergine del Carmine e, soprattutto, il culto del cosiddetto scapolare, di cui tutti hanno sentito parlare, ma che ora tralasciamo di spiegare perché qui si dovrebbe fare un discorso troppo lungo. Si continua ancora ad esercitare questa attività di culto. Faceva poi, come le altre Scuole, attività di beneficenza, per cui aveva le grazie per le fanciulle nubende o monacande in stato di indigenza. Provvedevano alla sepoltura dei defunti poveri, e al loro funerale.

Si arricchì nel tempo di opere d’arte e venne riconosciuta Scuola Grande solo nel 1767, quando acquisì un certo splendore. Fu arricchita di opere d’arte soprattutto all’interno, con le opere di Giambattista Tiepolo. In pratica si può dire che è una Scuola del Settecento veneziano. Abbiamo un soffitto intero dipinto dal Tiepolo che i Francesi non riuscirono a portare via.

Sapete che praticamente la Repubblica non si curava dell’assistenza pubblica e che questa era di fatto demandata alle Scuole. Posso dire che le Scuole Grandi a Venezia erano nove, sebbene quasi tutti i testi riportano che erano otto. In realtà dal 1767 noi siamo diventati l’ottava Scuola Grande, mentre esisteva anche la nona Scuola Grande che sarebbe quella di Santa Maria e San Girolamo deputata alla Giustizia, chiamata anche Scuola dei Picai, ed è la Scuola di San Fantin, attualmente sede dell’Ateneo Veneto. Era chiamata così perché la loro unica attività era quella di accompagnare i condannati a morte alle colonne di San Marco e di San Todaro. Erano vestiti rigorosamente di nero, incappucciati,  perché tutte le Scuole sono nate come Scuole dei Disciplinati o dei Battuti. Tra le altre cose avevano l’obbligo di mettere il cappuccio per non essere riconosciuti

La nostra Scuola adesso svolge praticamente la sua attività. Abbiamo un’attività museale perché è aperta al pubblico e può essere benissimo visitata. Abbiamo praticamente il Settecento Veneziano, perché, oltre al Tiepolo, ci sono quadri del Menescardi, dello Zompini, del Piazzetta e di diversi altri pittori. Purtroppo altri tesori che avevamo e che sono stati asportati, non ci sono stati più restituiti.

Le attività benefiche purtroppo sono molto limitate, perché i nostri mezzi sono pochi. Oltre all’attività di culto e a quella museale, come ho già detto prima, svolgiamo anche all’interno della Scuola un po’ di attività concertistica, i cui proventi ci consentono di proseguire nell’attività museale.

Posso ancora dire che noi siamo originati dai Carmelitani, ma non dai Carmelitani Scalzi, siamo originati dai Carmelitani di antica osservanza che erano calzati. Voi sapete che in Campo dei Carmini esisteva il convento dei Carmini, purtroppo soppresso ai tempi della dominazione francese. In quel convento era ospitato il padre Generale dei Carmelitani, l’ordine che ha dato origine alla nostra Scuola.

L’attività di culto è abbastanza attiva perché la Scuola gestisce la cosiddetta Imposizione dello Scapolare che si usa ancor oggi: si dà lo scapolare a chi vuole riceverlo e accetta determinate prescrizioni. Lì abbiamo un collegamento con la chiesa, perché inizialmente avevamo anche noi la sede nella chiesa, dove ancora abbiamo un altare di nostra proprietà. L’altra Scuola Grande che però non è attiva, è la Scuola Grande del Santissimo Rosario. Questa è stata riconosciuta Grande nel 1765. La sede era nella Basilica dei Santi Giovanni e Paolo, dove esiste ancor oggi la cappella del Rosario.

Non avevamo nobili iscritti alla Scuola. Potevano iscriversi i religiosi, ma questi non potevano, così com’è ancor oggi, assumere cariche. C’era una rigorosa sorveglianza da parte del Consiglio dei X. Tanto che si racconta che quando la Scuola minore di San Giacinto, ormai di buona e venerata memoria, fu presa d’assalto dai padri domenicani che ne assunsero anche la gestione, il Consiglio dei X immediatamente intervenne, sciolse gli organi e impose di eleggere gli organi di gestione laici.

Queste Scuole erano composte da persone  religiosissime, si ispiravano tutte all’ordinamento religioso, ma erano fondamentalmente laiche. Anche la nostra, pur essendo una Scuola di devozione, poteva essere retta solo da laici.